In Italia (e altrove) il pensiero etico-politico, antropologico ed estetico di J. Maritain
ha lasciato un segno ed è tuttora presente. Diversamente è accaduto per
la sua poderosa ricerca teoretica, rimasta un tesoro nascosto, dove si collocano
metafisica, ontologia, gnoseologia, integrazione tra i saperi, filosofia della natura.
La svolta postmetafisica di larga parte della filosofia novecentesca ha rotto
ogni ponte con la grande tradizione della filosofia dell’essere. Consapevole di
questo esito, Maritain sostiene che il ciclo dell’autofondazione della filosofia
moderna uscita dal cogito, si è chiuso con uno scacco irrimediabile. È necessaria
una nuova partenza speculativa.
Il volume esplora i nuclei primari del suo pensiero metafisico per mostrarne le
virtualità e le potenzialità inespresse. Smitizzando il refrain sul nesso tra metafisica
e violenza, ed esaminando le omissioni dell’odierna postmetafisica e del
suo angusto antropocentrismo, si rilancia un pensiero cosmico-realista che illumina
la posizione dell’uomo nell’essere e la sua apertura all’Infinito.
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