Filosofia sui Navigli | Programma 2023

Di domenica a Milano si fa Filosofia sui Navigli: se sei interessato alla filosofia, se vuoi sentire trattare temi di attualità da un punto di vista filosofico, vieni alle nostre domeniche mattina, programmate a calendario – dalle ore 10,15 alle 12.15 – in presenza nella sala superiore dello Spazio Alda Merini, oppure a distanza nella stanza riunione virtuale Zoom che Fondazione RCM ci mette a disposizione.

Proprio come nei Cafés Philosophiques parigini, filosofi, intellettuali, letterati e simpatizzanti si ritrovano per discutere di attualità, storia del pensiero, scienza e problemi esistenziali.
Dal 2001 sino al 2011 l’appuntamento era al Caffè/ristorante El Brellin, che si affaccia direttamente sul Naviglio, luogo cult del vecchio borgo meneghino. 
Dal 2012 al 2019 gli incontri si sono spostati al vicino ristorante Officina 12.
Dal 2020 al 2022 gli incontri si sono svolti a distanza nella Stanza Virtuale Zoom, della Fondazione Rete Civica di Milano.
 

Dal 2023 gli incontri si svolgono in maniera “ibrida”, oltre che a distanza in Zoom anche in presenza allo Spazio Alda Merini, che diffonde cultura sempre sul Naviglio.
Una relazione di un’ora circa e poi il dibattito.

Fondatore dell’iniziativa, informale e volontaristica, e organizzatore degli incontri è l’avv. Pietro Tamburrini, con la collaborazione scientifica del prof. Sandro Ghisalberti e tecnica del dr. Giulio Beltrami.

Nei limiti di capienza delle sale (Stanza Zoom 100 posti, Spazio Alda Merini 40 posti) gli incontri sono liberi, gratuiti e non richiedono prenotazione.
E’ invece necessaria la registrazione a questo portale partecipaMi se si vuole contribuire alle discussioni ex-post.

Locandina

Pagina eventi

Sul male

Marco Ivaldo, Sul male

Pietra d’inciampo dei sistemi filosofici, il problema del male sembra attrarre in misura assai limitata l’attenzione delle filosofie contemporanee. Nel cosiddetto ‘secolo breve’, così radicalmente segnato dallo scatenamento del male (morale e fisico), ma anche nella nostra epoca di cambiamento, il tema del male è parso e pare risultare poco interessante per un pensiero prevalentemente attirato da indagini analitiche ed empiriche. La filosofia classica tedesca invece – che pure viene impropriamente catalogata come una sequenza di sistematiche astratte – si è seriamente confrontata con il tema del male, all’interno di un pensiero fondante, anche se differenziato, che tiene fermo il binomio dialettico di ragione e libertà. Il male ha una natura spirituale, è negatività attiva, non mera assenza, e questo ne spiega
la valenza distruttiva. La ricerca che segue è soprattutto un invito a porsi riflessivamente in ascolto di quattro protagonisti della filosofia tedesca sul tema del male, con la consapevolezza che le loro lezioni sollecitino a cercare ancora e ‘pensare altrimenti’.

Marco Ivaldo – scolaro di Alberto Caracciolo – è stato professore ordinario di Filosofia morale nell’Università di Napoli Federico II. Le sue ricerche vertono sulla filosofia trascendentale, l’ontologia fondamentale, l’etica, la filosofia della religione, con particolare attenzione al modo in cui esse vengono declinate nell’ambito della filosofia tedesca classica. È condirettore delle «Fichte-Studien».

La preghiera e il divino

Edmund Husserl

La preghiera e il divino. Scritti etico-religiosi
A cura di Angela Ales Bello

La questione di Dio, apparentemente non centrale nelle analisi di Edmund Husserl, si mostra, in realtà, come l’immancabile punto d’arrivo di numerose sue indagini sul “senso” dell’umano, sui legami intersoggettivi resi possibili dall’entropatia, sui conseguenti vincoli comunitari di carattere etico e sulle produzioni culturali, dalla filosofia alle scienze e alla teologia. In un serrato colloquio con i filosofi dell’Età Moderna, Cartesio e Leibniz, ma anche, alla lontana, con quelli del Medioevo, Agostino e Tommaso, la ricerca sul divino assume un’importanza sempre più palese soprattutto nei manoscritti del fenomenologo. La curatrice segue qui lo svolgimento di questo argomento, traducendo e commentando alcuni testi husserliani relativi al Dio dei filosofi, al Dio dei teologi e al Dio della fede, che culminano con una profonda meditazione sulla preghiera.

Presentazione del volume La libertà innata

La libertà innata. Volontà, amore e giustizia nel pensiero di Giovanni Duns Scoto

Venerdì 10 Febbraio 2023 h. 17.00
PONTIFICIA UNIVERSITÀ ANTONIANUM – AULA A
Via Merulana 124 – Roma

Presentazione del volume La libertà innata. Volontà, amore e giustizia nel pensiero di Giovanni Duns Scoto, Città Nuova, Roma 2022

interverranno:
Fr. Ernesto Dezza, Pontificia Università Antonianum
Fr. Witold Salamon, Commissio Scotistica Internationalis

Modera
Emmanuele Vimercati, Pontificia Università Lateranense

Sarà presente l’Autrice

Marcella Serafini, La libertà innata

La libertà innata. Volontà, amore e giustizia nel pensiero di Giovanni Duns Scoto

La riflessione di Duns Scoto (1265/66-1308) su volontà e libertà rappresenta uno snodo ermeneutico controverso. Il presente studio intende far luce sulle questioni legate al ‘primato’ della volontà e al presunto ‘volontarismo’ del Dottor Sottile.
Il percorso proposto nel volume – attraverso l’analisi dei testi e un accurato studio delle fonti – evidenzia come non sia accettabile la tesi che considera la filosofia di Scoto una forma di ‘volontarismo radicale’ che contrappone volontà e ragione; il primato della volontà infatti non esclude la ragione, ma enfatizza l’originarietà del volere libero, in una sintesi armoniosa e coerente che nella libertà trova il centro propulsore e nell’amore il nucleo irradiante.
La rivelazione biblica apre all’indagine razionale orizzonti nuovi che consentono di accedere alle profondità del reale e di attingerne il significato nei termini di libertà, relazione e amore. Significativo a tale proposito è il concetto di ‘contingenza’, che Duns Scoto interpreta in senso ‘sincronico’ quale correlato della libertà. Così inteso, il ‘volontarismo moderato’ scotiano esprime la chiave di lettura tipicamente francescana del mondo e della storia: l’essere è in quanto volitum, espressione di libertà e destinatario di amore gratuito.

Simone Weil. Per una decostruzione religiosa del soggetto moderno

Simone Weil. Per una decostruzione religiosa del soggetto moderno, di Iolanda Poma

Simone Weil rintraccia nella religiosità autentica – che è spiritualità concreta, vissuta e praticata – quella logica paradossale in grado di destabilizzare ogni forma di potere umano e di contrastare la sua tendenza a occupare il centro della realtà. Weil attua così un processo decostruttivo di una soggettività ipertrofica, attaccandone le forme di autoinganno di cui individua i falsi idoli e risalendo al significato del suo peccato d’origine. In questo processo resta la possibilità, inadempiuta e in attesa, del suo autentico legame con il soprannaturale.

Ne risulta una comprensione diversa della storia della soggettività e quindi delle sue potenzialità: un percorso alternativo di rigenerazione, per un’altra storia che non cessa di confluire, intrecciandosi, nella prima. Weil scava dunque nel racconto delle vicende dell’io, per far emergere l’altrimenti che vi è contenuto e che riguarda il significato sacro dell’essere umano nel suo rapporto con il bene.

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