Category: Pubblicazioni

RECTA RATIO

Elvio Ancona, RECTA RATIO. Testi e Studi di Filosofia del Diritto

Ha ancora senso cercare la verità nel processo? Ha ancora senso in un processo penale quale il nostro, basato sul principio del contraddittorio e connotato da regole di esclusione probatoria che appaiono talvolta impeditive di un autentico accertamento dei fatti di causa? Ma soprattutto, ammesso che continui a svolgere un ruolo nel contesto forense, di quale verità stiamo parlando? E di quale concezione della verità avremmo bisogno? Riconsiderata per rispondere a queste domande, la dottrina tommasiana dell’adaequatio si mostra in grado di apportare un significativo contributo all’epistemologia giudiziaria, in quanto, in combinazione con la riflessione dell’Aquinate sulla certitudo probabilis delle testimonianze, permette di coniugare la consapevolezza che nell’amministrazione della giustizia, come in ogni materia variabile e contingente, non possiamo raggiungere certezze assolute, con la convinzione di poter nondimeno conoscere ciò che con più probabilità si è effettivamente verificato. La dialettica disputativa praticata dal maestro domenicano nella ricerca dell’adaequatio fornisce poi un supporto logico e metodologico che appare particolarmente idoneo alla selezione e al controllo delle ipotesi decisorie formulate nel corso del giudizio, consentendo di individuare quella, tra le alternative disponibili, che più probabilmente “corrisponde” alla realtà dei fatti di causa, e addirittura, come deve essere nel caso del processo penale, di appurare se l’affermazione di colpevolezza vi corrisponda “al di là di ogni ragionevole dubbio”.

Lineamenti di una bioetica della cura

Ripensando l’esperienza della pandemia

In molti avvertiamo l’esigenza di ripensare la bioetica a partire da alcune verità sulla condizione umana che l’esperienza della pandemia ha reso tangibili: la vulnerabilità, la consapevolezza di dipendere gli uni dagli altri, l’incertezza. Tra tutte è la vulnerabilità l’idea trainante, che reca in sé un’istanza di rinnovamento. Il testo propone un’analisi critica della sua presenza in bioetica; esamina la possibilità di una teoria che ne distingua le forme; ricerca, infine, la connessione tra vulnerabilità e cura, attraverso una rilettura dei saggi che Warren Reich ha dedicato, tra la fine degli anni ’80 e gli inizi del 2000, all’intreccio dei due temi e alla proposta di un “nuovo” paradigma di cura. La parte centrale del testo rilancia la proposta, chiarendone l’impianto teorico. Traccia i lineamenti di “una bioetica della cura”, insistendo sulla sua doppia origine: l’etica della cura e una riflessione sulla condizione umana che muove dal concetto heideggeriano di Cura e dalle filosofie di Lévinas e Jonas. Da tali premesse teoriche derivano i fondamenti e il metodo di questa bioetica, che esamina i problemi a partire dalle relazioni, senza rinunziare a proporre principi che orientino le relazioni di cura, e virtù che ne consentano una buona pratica. L’intento è promuovere una bioetica che, nelle diverse sedi in cui opera, sia sempre di più una “bioetica della prossimità”.

Marianna Gensabella Furnari, già professore ordinario di Filosofia Morale presso l’Università degli Studi di Messina, è stata componente del Comitato Nazionale per la Bioetica (dicembre 2006-maggio 2022). È attualmente Presidente della Sezione Sicilia dell’Istituto Italiano di Bioetica. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo quelle nell’ambito della bioetica edite da Rubbettino: Tra autonomia e responsabilità, 2000; Vulnerabilità e Cura, 2008; Il corpo della madre, 2018; e la cura dei volumi: Alle frontiere della vita: Eutanasia ed etica del morire, voll. 2, 2001-2003; Il paziente, il medico e l’arte della cura, 2005; Tecnica e procreazione, 2005; Le sfide dell’ingegneria genetica, 2006; Il bene salute, 2011; Vedere la disabilità, 2014; Donne, bioetica e cittadinanza, 2017; Identità di genere e differenza sessuale, 2017.

Sul male

Marco Ivaldo, Sul male

Pietra d’inciampo dei sistemi filosofici, il problema del male sembra attrarre in misura assai limitata l’attenzione delle filosofie contemporanee. Nel cosiddetto ‘secolo breve’, così radicalmente segnato dallo scatenamento del male (morale e fisico), ma anche nella nostra epoca di cambiamento, il tema del male è parso e pare risultare poco interessante per un pensiero prevalentemente attirato da indagini analitiche ed empiriche. La filosofia classica tedesca invece – che pure viene impropriamente catalogata come una sequenza di sistematiche astratte – si è seriamente confrontata con il tema del male, all’interno di un pensiero fondante, anche se differenziato, che tiene fermo il binomio dialettico di ragione e libertà. Il male ha una natura spirituale, è negatività attiva, non mera assenza, e questo ne spiega
la valenza distruttiva. La ricerca che segue è soprattutto un invito a porsi riflessivamente in ascolto di quattro protagonisti della filosofia tedesca sul tema del male, con la consapevolezza che le loro lezioni sollecitino a cercare ancora e ‘pensare altrimenti’.

Marco Ivaldo – scolaro di Alberto Caracciolo – è stato professore ordinario di Filosofia morale nell’Università di Napoli Federico II. Le sue ricerche vertono sulla filosofia trascendentale, l’ontologia fondamentale, l’etica, la filosofia della religione, con particolare attenzione al modo in cui esse vengono declinate nell’ambito della filosofia tedesca classica. È condirettore delle «Fichte-Studien».

La preghiera e il divino

Edmund Husserl

La preghiera e il divino. Scritti etico-religiosi
A cura di Angela Ales Bello

La questione di Dio, apparentemente non centrale nelle analisi di Edmund Husserl, si mostra, in realtà, come l’immancabile punto d’arrivo di numerose sue indagini sul “senso” dell’umano, sui legami intersoggettivi resi possibili dall’entropatia, sui conseguenti vincoli comunitari di carattere etico e sulle produzioni culturali, dalla filosofia alle scienze e alla teologia. In un serrato colloquio con i filosofi dell’Età Moderna, Cartesio e Leibniz, ma anche, alla lontana, con quelli del Medioevo, Agostino e Tommaso, la ricerca sul divino assume un’importanza sempre più palese soprattutto nei manoscritti del fenomenologo. La curatrice segue qui lo svolgimento di questo argomento, traducendo e commentando alcuni testi husserliani relativi al Dio dei filosofi, al Dio dei teologi e al Dio della fede, che culminano con una profonda meditazione sulla preghiera.

Marcella Serafini, La libertà innata

La libertà innata. Volontà, amore e giustizia nel pensiero di Giovanni Duns Scoto

La riflessione di Duns Scoto (1265/66-1308) su volontà e libertà rappresenta uno snodo ermeneutico controverso. Il presente studio intende far luce sulle questioni legate al ‘primato’ della volontà e al presunto ‘volontarismo’ del Dottor Sottile.
Il percorso proposto nel volume – attraverso l’analisi dei testi e un accurato studio delle fonti – evidenzia come non sia accettabile la tesi che considera la filosofia di Scoto una forma di ‘volontarismo radicale’ che contrappone volontà e ragione; il primato della volontà infatti non esclude la ragione, ma enfatizza l’originarietà del volere libero, in una sintesi armoniosa e coerente che nella libertà trova il centro propulsore e nell’amore il nucleo irradiante.
La rivelazione biblica apre all’indagine razionale orizzonti nuovi che consentono di accedere alle profondità del reale e di attingerne il significato nei termini di libertà, relazione e amore. Significativo a tale proposito è il concetto di ‘contingenza’, che Duns Scoto interpreta in senso ‘sincronico’ quale correlato della libertà. Così inteso, il ‘volontarismo moderato’ scotiano esprime la chiave di lettura tipicamente francescana del mondo e della storia: l’essere è in quanto volitum, espressione di libertà e destinatario di amore gratuito.

Simone Weil. Per una decostruzione religiosa del soggetto moderno

Simone Weil. Per una decostruzione religiosa del soggetto moderno, di Iolanda Poma

Simone Weil rintraccia nella religiosità autentica – che è spiritualità concreta, vissuta e praticata – quella logica paradossale in grado di destabilizzare ogni forma di potere umano e di contrastare la sua tendenza a occupare il centro della realtà. Weil attua così un processo decostruttivo di una soggettività ipertrofica, attaccandone le forme di autoinganno di cui individua i falsi idoli e risalendo al significato del suo peccato d’origine. In questo processo resta la possibilità, inadempiuta e in attesa, del suo autentico legame con il soprannaturale.

Ne risulta una comprensione diversa della storia della soggettività e quindi delle sue potenzialità: un percorso alternativo di rigenerazione, per un’altra storia che non cessa di confluire, intrecciandosi, nella prima. Weil scava dunque nel racconto delle vicende dell’io, per far emergere l’altrimenti che vi è contenuto e che riguarda il significato sacro dell’essere umano nel suo rapporto con il bene.

Il filosofo e la fede

Il cristianesimo ‘moderno’ di Gustavo Bontadini

Ciò che emerge a una più attenta considerazione dell’insieme degli scritti di Gustavo Bontadini è il singolare equilibrio mantenuto tra elementi che, spesso, sono visti in opposizione tra loro: l’affermazione della metafisica come «opera della ragione» e quella della «scelta esistenziale» che l’uomo compie nel dare un senso unitario alla propria vita. La novità della ricerca di Leonardo Messinese è di considerare il pensiero metafisico di Bontadini all’interno di un più ampio orizzonte, in modo da superare un’immagine riduttiva che talvolta ci si è fatta del suo pensiero. La metafisica di Bontadini è esaminata a fondo sia nelle sue fonti che nella sua struttura, come pure nelle discussioni che ha suscitato e nei suoi articolati sviluppi, sollecitati questi ultimi soprattutto dalla celebre disputa con Emanuele Severino. Il libro, tuttavia, evidenzia pure come nella riflessione della maggiore mente speculativa dell’Università Cattolica vi siano altre significative componenti. Bontadini ha offerto una perspicua chiarificazione circa la questione dei rapporti tra scienza e fede, seguendo anche in tale ambito la sua linea programmatica del «discorso breve», e ha prodotto essenziali considerazioni riguardo a temi ancora oggi di grande importanza nel dibattito religioso e culturale, quali la «demitizzazione» della fede cristiana e l’«ellenizzazione» del cristianesimo. La questione di fondo, per Bontadini, consisteva nella necessità di una conciliazione tra la fede cristiana in Dio e la concezione della realtà propria dell’uomo moderno. La proposta che ne è emersa è di una «filosofia cristiana» per il nostro tempo.

Storia, utopia, emancipazione

con un contributo di Francesco Totaro: “Lo spirito utopico oggi oltre le sue negazioni: la persona”

La storia sembra aver ripreso il suo cammino. La filosofia, dal canto suo, è tornata da diverso tempo a interrogarsi su nuovi criteri di analisi della realtà contemporanea, attingendo dalla tradizione utopica e rielaborando nuovi modelli di critica ed emancipazione. Sulla base dell’esperienza dell’omonimo seminario permanente, attivo dal 2017 nella Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele, questo volume intraprende – con i contributi di affermati studiosi e giovani ricercatori – un itinerario storico e interpretativo che restituisce la rilevanza e l’attualità di alcune figure utopiche della storia del pensiero e della teoria critica. Da More a Camus, da Sartre alla nuova Scuola di Francoforte, con incursioni critiche sulle utopie (e distopie) del contemporaneo.

Una nuova partenza. Teologia politica e filosofia della storia

Una nuova partenza. Teologia politica e filosofia della storia, Armando Editore, Roma, 2022

Una nuova partenza si impone quando il pensiero ristagna stancamente: dobbiamo rassegnarci alla mancanza di senso, al dominio della tecnica, alla decostruzione della persona, al postumano, alle profezie sulla fine? Il volume verte sulla teologia politica e la filosofia della storia. L’acceso dibattito novecentesco conclude che la prima sia un ‘dispositivo escludente’ da abbattere. La sua presunta liquidazione ignora che sulla disciplina tutto resta ancora da dire, e che una nuova partenza è possibile. Tace poi come annientata la filosofia della storia, defunto orgoglio dei moderni e ignorata dai postmoderni. Storicismo, sociologia delle civiltà e positivismo la congedarono superbamente. La sua esigenza risorge per orientarsi sul destino umano, quando ormai Hegel, Comte e Marx sono voci spente. La crisi dell’antropocentrismo apre inedite possibilità per coniugare Storia e Trascendenza, battendo nuovi cammini nel moto verso un umanesimo inclusivo che colga le implicazioni storico-politiche dell’Incarnazione, e che rilanci la ricerca sul senso della storia.

«Patria e umanità» (1928)

Una lezione di Maurice Blondel sul contrasto tra patriottismo e nazionalismo

L’umanità, «per la sua originaria e fondamentale aspirazione, per il suo sviluppo nel tempo e nello spazio», è un «organismo naturale», un’«unità spirituale, che si esprime, si arricchisce, si perfeziona attraverso la pluralità delle nazioni». È con queste considerazioni che Maurice Blondel (1861-1949) delinea la prospettiva entro la quale si svolge la sua lezione su Patrie et Humanité, tenuta nel 1928 alla Semaine Sociale de Paris. Lo scavo minuzioso riguardante il terreno epistemologico a cui sono riconducibili gli individualismi personali e collettivi responsabili del «nazionalismo esacerbato», l’appello al principio di carità come unica risorsa dei popoli per affrancarsi dalla «corsa all’odio, alla guerra, alla morte», fanno della lezione di Blondel non solo un’audace denuncia nei confronti dei nazionalismi esclusivi all’epoca assai diffusi, ma anche un contributo stimolante di sorprendente attualità.

Anna Vittoria Fabriziani, già professore associato di Storia della filosofia all’Università di Padova, si occupa soprattutto di temi riguardanti la filosofia francese tra Ottocento e Novecento. Tra i suoi recenti lavori: Per una «logica della sensazione». Il giovane Blondel tra psicofisiologia e filosofia (Padova 2012) e Sturzo interprete di Blondel. Dal periodo giovanile agli anni dell’esilio (Padova 2020).

ISBN: 9788854955288
Collana: Scienze politiche
Autore: Anna Vittoria Fabriziani
Edizione: 2022
Stato: disponibile dal 14 luglio 2022

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